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Paolo Rimondi: Diavolerie

Mostra di pittura

7 dicembre 2014 – 11 gennaio 2015

Inaugurazione domenica 7 dicembre 2014 ore 11

Pro Loco Castelfranco Emilia
Corso Martiri 318

Martedì e venerdì dalle 10 alle 12
Sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19

Strani tempi i nostri. Il nostro rapporto con la religione, per esempio. La maggioranza di noi si proclama cristiana anche se, in realtà, i cristiani veri sono rari. Papa Bergoglio, tanto per fare nomi, è uno di quei cristiani che la sua fede la vive, non si limita a proclamare. Umiltà, semplicità, carità, ciò che ogni cristiano dovrebbe essere. E invece chi pratica queste virtù è così raro che, scegliendo fra i pochi, l’hanno fatto papa. Un altro esempio, madre Teresa di Calcutta; uno è salito al soglio pontificio, l’altra a quello degli altari.

Lunga premessa per una nota su questa mostra di dipinti che Paolo Rimondi (Castelfranco E. 1951) ha inaugurato nella Sala Mostre della neonata Pro Loco del suo paese. L’ha intitolata “Diavolerie”.

Come Satana, anche il segno di questo artista (diplomato all’Istituto Venturi di Modena col maestro Pino Vecchiati) ad una prima lettura può apparire contorto, confuso. E’ invece frutto di una elaborazione che rivela (nelle sue origini precolombiane) una sorprendente fertilità di invenzioni. Già lo abbiamo scritto in altre occasioni, fra gli artisti modenesi della sua generazione è fra i più dotati di talento pittorico e, soprattutto grafico. Paolo ha colto la natura vera del male.

Torna alla mente Marquez (il suo autore preferito con Pessoa): “ Nella ribellione contro Dio, probabilmente aveva vinto il diavolo, che sta adesso seduto sul trono celeste, anche se per intrappolare gli incauti non rivela la sua vera identità” (Cent’anni di solitudine).

Abituati ai paesaggini, alle naturine morte, i suoi concittadini appaiono perplessi davanti a queste opere, oscillanti fra astratto e figurativo. Non così in America. Da anni i dipinti (su carta, tela, vetro) compaiono nella galleria “Fine Arts Italy” di Valentina Preziuso Davies a Seattle dove raccolgono consensi.

E se negli USA queste opere reggono all’attenzione degli amatori, qualcosa dovrà pur esserci. O dovremo aspettare che il “mercato” ce li rimandi in Italia, a prezzi più consistenti?

(Ferruccio Veronesi)